MUSEO DELLA CULTURA CONTADINA
DI COLICO
mail
  • HOME ed EVENTI
    • EVENTI PASSATI >
      • ALLA SCOPERTA DEL BOSCO PER IL CONTADINO
      • LA NOSTRA TAVOLA IERI OGGI E DOMANI
      • MICHELE GHISLA E LA SOCIETÀ OPERAIA
      • LE SANTELLE DI COLICO
      • L'ORTO
      • IL LARIOSAURO
      • EMILIO BROCCO
      • Corso Preparazione Cosmetici
      • ARCHITETTURA RURALE
      • FEDE SUL SENTIERO DEL VIANDANTE
      • TRA LAGO E MONTI
      • MOSTRA SEGANTINI
      • ANDAR PER ERBE
  • IL MUSEO
    • Descrizione delle sale
    • Bilancio Attività di un anno dell'Associazione
    • Direttivo
    • Regolamento
  • INFO E CONTATTI
  • ETNOGRAFIA
    • Alimentazione - LE CASTAGNE
    • Edifici Storici
    • Abbigliamento
    • Il Monte Legnone
    • Agricoltura >
      • La vite i il lavoro agricolo
    • Pesca
  • IL DIALETTO
    • Detti e Proverbi
    • Filastrocche e Ninne Nanne
    • Preghiere
  • Arte e Storia Locale
    • Storia del Porto
  • Scuola
  • C.I.F.

Abbigliamento femminile popolare
 tra fine 800 e metà 900 
a Colico e dintorni 


PREMESSA

Nei secoli scorsi e fino alla metà del ‘900, le contadine nelle nostre zone indossavano quotidianamente capi d’abbigliamento funzionali al duro lavoro della terra e dell’allevamento. Gli studiosi non hanno ancora appurato se i vestiti da lavoro siano una derivazione da quelli della festa o viceversa.

Erano uguali per tutte le donne del paese, di ogni età.

All’inventiva e all’abilità individuale erano concesse piccole variazioni (es ricami, pettorine), anch’esse codificate secondo precisi significati.

L’abbigliamento era unico per tutte le stagioni, secondo il proverbio che quel che ripara dal caldo ripara anche dal freddo (quel che ripara del coolt el ripara anca del frèc) con piccole aggiunte o modifiche nei mesi invernali.

Minime erano quindi le differenze fra i capi d’abbigliamento individuali in una stessa comunità.

Erano invece marcate le differenze fra abbigliamento quotidiano da lavoro, e abito della festa (rituale), o da cerimonia religiosa (nozze, processioni, ecc)

All’interno delle piccole comunità locali l’abito, in parte già divenuto costume, svolgeva diverse funzioni oltre a quella pratica di proteggere dal freddo e dal caldo. L’abito connotava la differenza tra il tempo del lavoro (tantissimo) e il tempo della festa e tra il tempo feriale - profano e il tempo religioso dell’incontro con il “divino”. Esso sottolineava anche la diversa appartenenza a classi sociali: i poveri (tantissimi) e i benestanti (pochissimi).

Ancora più spiccate erano le differenze fra gli abiti femminili rituali indossati nei diversi paesi. Piccoli particolari (colore tessuti, foggia, accessori, ecc) identificavano la donna residente in una comunità da quelle dei paesi vicini, anche quando si trovava altrove, e permettevano di riconoscerne la provenienza.

L’abito, insieme al dialetto locale, era un elemento identificativo, per i paesi vicini, una specie di passaporto che rimarcava non solo il genere, ma anche la condizione civile e sociale: il vestito popolare a Colico distingueva immediatamente le contadine dalle moglie dei proprietari delle terre e l’appartenenza a una determinata comunità 

Powered by Create your own unique website with customizable templates.