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MICHELE GHISLA
IL RIVOLUZIONARIO
- Nasce a Sueglio il 29 giugno 1824
- Nel 1847 si sposa e si stabilisce a Colico
- Nel 1848 è scosso dalle insurrezioni delle Cinque Giornate di Milano. “Divenni rivoluziona-rio accanito, nemico dello straniero dominante” (dal Diario)
- Condivide idee mazziniane e con amici partecipa ai moti rivoluzionari della Valtellina e della Valchiavenna guidati dal patriota Dolzino, che vengono repressi duramente.
- Il 27 giugno 1859 accoglie a Colico Garibaldi vittorioso che si dirige in Valtellina con i Cacciatori delle Alpi.
- Nel 1860 organizza la Guardia Nazionale e al comando di una Compagnia raggiunge Garibaldi a Genova: alcuni colichesi fra cui Felolo partecipano alla spedizione dei Mille.
- Realizzata l’Indipendenza e l’Unita nazionale rimane deluso e lotta per un’Italia repubblicana e democratica, secondo gli ideali del Mazzini.
Educatore per l’emancipazione del popolo
- Nel 1864 fonda la Società Operaja di Colico.
- Fonda e gestisce scuole a Colico e frazioni ed nominato per 20 anni sovraintendente.
- Nel marzo 1864 crea la banda musicale di Colico.
- Verso il 1870 e il 1872 istituisce a Colico un circolo mazziniano;. è nominato presidente e gli iscritti sono 26; tutti sono sorvegliati dalla polizia.
- Nel 1877 in veste di consigliere comunale, istituisce una palestra comunale per attività ginniche aperte a tutti.
- Nel 1882 come presidente della Società Operaia di Colico fonda un gruppo antincendi e acquista una bomba idraulica, un anticipo della “Protezione Civile”.
M. Ghisla e G. Garibaldi
(Nel 1859) “giunse la notizia dell’imminente arrivo di Garibaldi. La notte successiva, all’entrata di Garibaldi a Colico, la Compagnia lariana mi mandò espressamente un vapore per avvisarmi del suo arrivo. Partii immediata-mente verso Morbegno con la bandiera per dare la notizia. Con foga lessi i programmi, spiegai le carte e il popolo si entusiasmò.
A suo tempo giunsero a Colico i Cacciatori delle Alpi per andare allo Stelvio, tanta era la mia emozione che non riuscivo nemmeno a gridare “Viva Garibaldi”. Andai a riceverlo al Pontile dei Vapori, lo accompagnai nella mia abitazione, indi alla stalla Rosotti e poi al lago, ove lo aspettavano i suoi soldati che nel frattempo si stavano lavando. Anch’egli si tuffa nel lago e nuota come una rana. Poi vanno a mangiare alla Croce d’Oro.
I colichesi si offrono gratis a scaricare i vettovaglia-menti, ben contenti di averlo fatto per la patria. Ma seppi che quel servizio fornito gratis dal popolo, fu riscosso dai comunali che si fecero pagare, così noi lavorammo non per loro, ma per le persone di Fenolo, questi lestofanti!
A Garibaldi ebbi la fortuna di stringere parecchie volte la mano perché ritornava spesso dalla Valtellina per andare a Milano e io ero incaricato di far venire il vapore che pernottava a Domaso, per servire il Generale e portarlo dove comandava”. (Dal Diario)
La Società operaja di Colico
Mutuo soccorso: origini storiche
Con la Mutualità volontaria, un gruppo di persone esposte agli stessi rischi si quota per un determinato contributo, allo scopo di costituire un fondo dal quale attingere a favore dei soci più deboli e più sfortunati.
Le sue radici affondano nelle 'Sodalicia' dell'antica Roma per assistenza ai familiari dei soci defunti; nelle 'Confraternite della buona morte' sempre di carattere religioso e nelle “Corporazioni delle arti e dei mestieri” del Medioevo.
Con la nascita delle industrie a fine '700 si diffondono in Gran Bretagna le friendly society e in Francia le compagnonnages e successivamente le associations ouvrières.
Per iniziativa di Giuseppe Mazzini, che nell’esilio londinese elabora il suo pensiero politico e sociale, fanno la loro comparsa anche in Italia.
La prima Società di mutuo soccorso italiana è la Società Generale fra gli operai di Pinerolo, fondata nel 1848: lo Statuto Albertino del Regno Sabaudo autorizza la libera associazione, a differenza degli altri stati italiani, e solo dopo l'unificazione tale diritto verrà esteso a tutta la penisola.
La Società operaja di Colico
Il 19 marzo 1864 viene costituita in Colico la Società Operaja fra i lavoratori per iniziativa di Michele Ghisla.
Ha per base l'unione e la fratellanza e per scopo il mutuo soccorso tra i soci.
Si propone di:
I soci: diritti e doveri
Può diventare Socio effettivo ogni operajo, cioè lavoratore (con questo termine si indicano anche artigiani e commercianti) o persona tra i 15 e i 50 anni, di sana costituzione che goda della stima comune e di provata moralità.
Ha diritto di proposta e di voto in tutte le sedute,
è elettore attivo e passivo nell’Adunanza Generale annuale in cui vengono eletti a scrutinio segreto i membri della Direzione Generale (che si riunisce ogni domenica).
Paga una quota d'ingresso, e una mensile di cent. 50.
Dopo un anno “in caso d’assoluto bisogno non procurato” ha diritto a un “soccorso giornaliero di L1,00 per un periodo limitato e col controllo di un delegato”.(art. 72, 73).
Il Socio Contribuente paga una tassa mensile di £. 1,00, interviene all’Adunanza Generale annuale senza diritto di voto né di proposta, ha diritto a un “soccorso o sussidio”.
La Società Operaja di Colico e la cultura
La Società Operaja dà grande importanza all’istru-zione e alla crescita culturale:
La Società Operaja di Colico fa parte di una costellazione di associazioni che stanno nascendo sempre più numerose nell’Italia da poco costituitasi come stato indipendente e unitario.
La società Operaja impegnata nella crescita culturale e difesa della salute
Il 16 giugno 1870 Ghisla fonda la banda musicale già attiva da alcuni anni per
Nel 1882 la Società Operaja si fa promotrice presso l’Amm. Comunale dell’acquisto di una pompa idraulica per spegnere gli incendi e della formazione di un corpo di volontari.
Nel 1898 contribuisce con una permuta di beni all’apertura del primo Asilo in Colico.
Concede prestiti a tasso agevolato al Consorzio per la bonifica, contribuendo a eliminare dal paese le paludi e la malaria.
Durante la Grande Guerra assiste le famiglie dei soldati al fronte.
Durante il governo fascista le Società Operaie spianarono la strada alle riforme che garantivano ai lavoratori la previdenza sociale (INPS) e la pensione.
Con le riforme perde lo scopo originario e si trasforma in ente morale di volontari stretti da amicizia per attività sociali e culturali.
Nel 1931 aderisce al “Dopo lavoro Comunale” e mette a disposizione i locali per uso biblioteca.
Nel 1933 dà un contributo per erezione monumento ai caduti e dà in affitto alle suore canossiane due locali adibiti a scuola.
Durante la II Guerra Mondiale la sede è requisita dai militari.
Fine anni 40 acquista una macchina da proiezione da utilizzare nella propria sala teatro.
Nel marzo 1947 con presidente Gabriele Bettiga, la società riprende le opere assistenziali. Si scioglie la filarmonica e gli strumenti sono donati a don Sondini che fonda l’attuale banda di Villatico.
Dopo la guerra il cinema venne battezzato Olimpia e negli anni 60 fu trasferito in piazza San Giorgio.
Negli anni 50 l’asilo fu trasferito nell’attuale sede in via Municipio.
Il 25 ottobre 1964 nell’albergo Italo Svizzero si brinda al centenario dell’associazione. È presidente Angelo Androni, gli iscritti sono 112.
Dalla fine degli anni 80 la società dona un contributo all’Ente sociale comunale per distribuire pacchetti-viveri alle famiglie più povere di ogni frazione in occasione del Natale
Negli ultimi anni
Ha ristrutturato completamente la sede
Ha donato un pulsiossimetro alla Croce Rossa
Ha organizzato concorsi fotografici
Ha sponsorizzato trofeo di corsa campestre
Ha organizzato gite
Ha bandito concorsi per borse di studio
Con la Mutualità volontaria, un gruppo di persone esposte agli stessi rischi si quota per un determinato contributo, allo scopo di costituire un fondo dal quale attingere a favore dei soci più deboli e più sfortunati.
Le sue radici affondano nelle 'Sodalicia' dell'antica Roma per assistenza ai familiari dei soci defunti; nelle 'Confraternite della buona morte' sempre di carattere religioso e nelle “Corporazioni delle arti e dei mestieri” del Medioevo.
Con la nascita delle industrie a fine '700 si diffondono in Gran Bretagna le friendly society e in Francia le compagnonnages e successivamente le associations ouvrières.
Per iniziativa di Giuseppe Mazzini, che nell’esilio londinese elabora il suo pensiero politico e sociale, fanno la loro comparsa anche in Italia.
La prima Società di mutuo soccorso italiana è la Società Generale fra gli operai di Pinerolo, fondata nel 1848: lo Statuto Albertino del Regno Sabaudo autorizza la libera associazione, a differenza degli altri stati italiani, e solo dopo l'unificazione tale diritto verrà esteso a tutta la penisola.
La Società operaja di Colico
Il 19 marzo 1864 viene costituita in Colico la Società Operaja fra i lavoratori per iniziativa di Michele Ghisla.
Ha per base l'unione e la fratellanza e per scopo il mutuo soccorso tra i soci.
Si propone di:
- offrire ai soci un reciproco aiuto materiale, finanziario (per malattia, vecchiaia, infortunio ...)
- facilitare loro il conseguimento del lavoro
- incentivare l’istruzione attraverso scuole serali e domenicali, perché tutti possano leggere e scrivere e ottenere così il diritto al voto
- promuovere la moralità nella comunità evitando alcolismo e gioco d’azzardo (art. 1 Reg. 1864)
I soci: diritti e doveri
Può diventare Socio effettivo ogni operajo, cioè lavoratore (con questo termine si indicano anche artigiani e commercianti) o persona tra i 15 e i 50 anni, di sana costituzione che goda della stima comune e di provata moralità.
Ha diritto di proposta e di voto in tutte le sedute,
è elettore attivo e passivo nell’Adunanza Generale annuale in cui vengono eletti a scrutinio segreto i membri della Direzione Generale (che si riunisce ogni domenica).
Paga una quota d'ingresso, e una mensile di cent. 50.
Dopo un anno “in caso d’assoluto bisogno non procurato” ha diritto a un “soccorso giornaliero di L1,00 per un periodo limitato e col controllo di un delegato”.(art. 72, 73).
Il Socio Contribuente paga una tassa mensile di £. 1,00, interviene all’Adunanza Generale annuale senza diritto di voto né di proposta, ha diritto a un “soccorso o sussidio”.
La Società Operaja di Colico e la cultura
La Società Operaja dà grande importanza all’istru-zione e alla crescita culturale:
- il 5% dei contributi mensili viene destinato all'abbonamento a giornali, messi a disposizione dei soci ogni domenica
- All’apertura di scuole serali, a premi per chi le frequenta con profitto e per i figli meritevoli dei soci.(art. 70)
La Società Operaja di Colico fa parte di una costellazione di associazioni che stanno nascendo sempre più numerose nell’Italia da poco costituitasi come stato indipendente e unitario.
La società Operaja impegnata nella crescita culturale e difesa della salute
Il 16 giugno 1870 Ghisla fonda la banda musicale già attiva da alcuni anni per
- promuovere la crescita culturale
- allietare le celebrazioni popolari
- favorire l’aggregazione dei giovani distogliendoli dall’ozio e dalle osterie
- allacciare contatti con altre bande e realtà sociali, organizzando scambi, gite, viaggi
Nel 1882 la Società Operaja si fa promotrice presso l’Amm. Comunale dell’acquisto di una pompa idraulica per spegnere gli incendi e della formazione di un corpo di volontari.
Nel 1898 contribuisce con una permuta di beni all’apertura del primo Asilo in Colico.
Concede prestiti a tasso agevolato al Consorzio per la bonifica, contribuendo a eliminare dal paese le paludi e la malaria.
Durante la Grande Guerra assiste le famiglie dei soldati al fronte.
Durante il governo fascista le Società Operaie spianarono la strada alle riforme che garantivano ai lavoratori la previdenza sociale (INPS) e la pensione.
Con le riforme perde lo scopo originario e si trasforma in ente morale di volontari stretti da amicizia per attività sociali e culturali.
Nel 1931 aderisce al “Dopo lavoro Comunale” e mette a disposizione i locali per uso biblioteca.
Nel 1933 dà un contributo per erezione monumento ai caduti e dà in affitto alle suore canossiane due locali adibiti a scuola.
Durante la II Guerra Mondiale la sede è requisita dai militari.
Fine anni 40 acquista una macchina da proiezione da utilizzare nella propria sala teatro.
Nel marzo 1947 con presidente Gabriele Bettiga, la società riprende le opere assistenziali. Si scioglie la filarmonica e gli strumenti sono donati a don Sondini che fonda l’attuale banda di Villatico.
Dopo la guerra il cinema venne battezzato Olimpia e negli anni 60 fu trasferito in piazza San Giorgio.
Negli anni 50 l’asilo fu trasferito nell’attuale sede in via Municipio.
Il 25 ottobre 1964 nell’albergo Italo Svizzero si brinda al centenario dell’associazione. È presidente Angelo Androni, gli iscritti sono 112.
Dalla fine degli anni 80 la società dona un contributo all’Ente sociale comunale per distribuire pacchetti-viveri alle famiglie più povere di ogni frazione in occasione del Natale
Negli ultimi anni
Ha ristrutturato completamente la sede
Ha donato un pulsiossimetro alla Croce Rossa
Ha organizzato concorsi fotografici
Ha sponsorizzato trofeo di corsa campestre
Ha organizzato gite
Ha bandito concorsi per borse di studio