Storia del porto di Colico
Breve storia del porto di Colico
Nell’Ottocento si aprirono le strade transalpine:
Verso la fine del secolo XIX si tracciarono le linee ferroviarie:
Politicamente
Venne soppresso il confine con la Valtellina con la sua annessione alla Repubblica Cisalpina (1796) e venne demolito il Forte Fuentes perché le paludi circostanti non più utili militarmente. In questi anni gli Asburgo promuovono la navigazione a vapore e incrementano il commercio nel Lombardo Veneto.
Progettazione e costruzione del porto
Nel 1786, per iniziativa del Castelli, fu sollecitata la bonifica delle paludi a nord del paese, opera che si realizzò solo nel 1828 ad opera di Jaques Roussellin e LuigiSacco.
Nel 1791, su richiesta della comunità colichese, l’ing. camerale Gaetano Bellotti di Como stesee il progetto del primo molo di Colico: un argine in muratura largo e praticabile che si protende come un braccio in acqua per proteggere il naviglio dalle onde, luogo di approdo e di permanenza dei natanti.
Nel 1816 (giugno), con il ritorno degli Austriaci dopo il Congresso di Vienna, il molo arcuato di tramontana diventò attivo e la sua manutenzione venne affidata all’appaltatore Gasparo Abbondio. Nello stesso anno (21 dicembre), costruì il molo rettilineo mentre l’ing. Giussani effettuò il collaudo del porto.
Nel 1823, in considerazione all’incremento del traffico lacuale, l’ing. capo Franchini presentò un progetto di ampliamento del porto in contrasto con il progetto di Ferranti che voleva un’escavazione della riva tra i due moli. Quattro anni dopo nel 1827 (4 agosto), il torrente Perlino danneggiò il porto. Si realizzarono due opere di miglioramento: due cordonate di pietra a contornare la spiaggia e l’idrometro.
Nel 1841, la Società Privilegiata per l’impresa dei battelli a vapore nel Regno del Lombardo-Veneto costruì il primo pontile. In questo modo dalla metà dell’Ottocento, grazie al porto e allo sviluppo della navigazione, Colico diventò un polo importante in un sistema integrato di comunicazione via lago e via terra. Iniziò per Colico un periodo di fiorente commercio e prosperità economica.
Nel 1861, dopo l’Unità d’Italia vennero appaltati i lavori di manutenzione a G. Caminada per 10 anni, ma con la legge 20-3-1865 il nuovo Regno non si accollò più le spese di mantenimento in toto dei porti, ma solo in parte a seconda della categoria e della classe. Il porto di Colico, considerato di 3° classe, potè chiedere contributi nel 60%, ma per ottenerli si dovette costituire un consorzio con Enti territoriali interessati (Comuni di Piantedo, Delebio, Dubino e Mantello). Il comune di Colico subentrò suo malgrado allo Stato nella gestione del porto, con conseguenti oneri.
Nel 1870 si rese necessario ampliare il porto e costruire un nuovo scalo a causa:
Nel 1873 (26 marzo), l’ing. Giulio Bellasi ricevette dal Comune di Colico l’incarico di stendere progetto del nuovo porto. Due anni dopo presentò un progetto per l’ampliamento del porto e per un secondo scalo, necessario quando soffiano i venti trasversali di S. Vincenzo. Alle spese contribuirono le province limitrofe, molti comuni interessati e i terrieri di Colico: il costo ammontò a circa. £. 170.000.
Nel 1875 le Società Riunite iniziarono la costruzione di un nuovo pontile e, tre anni dopo, si edificò il pontile Giussani. Il progetto però venne dilazionato al 1885 a causa della situazione finanziaria del Comune; infatti, degli 11 comuni chiamati a formare il Consorzio e a contribuire alla spesa, concorsero soltanto due (Delebio e Piantedo). Lo Stato contribuì per il 60%, le provincie di Como, Milano e Sondrio per il 20%, i comuni di Colico Delebio e Piantedo per il 20%. Si incominciò così la realizzazione della diga e nel 1888 il porto fu consegnato allo Stato che curò i lavori del 1891-92 e concesse alla Società Lariana di prolunSamsung C 3050Samsung C 3050gare il pontile per collegare l’area portuale allo scalo ferroviario.
Nell’ultimo quarto del XIX secolo il porto di Colico assunse una crescente importanza per il traffico di merci e di passeggeri. Il paese diventò snodo commerciale nazionale e internazionale. Nonostante la nuova strada che costeggia la sponda orientale del Lario, la metà delle merci e dei passeggeri provenienti da Como, Milano e Genova transitava verso Colico su piroscafi e barconi. Il porto significò per Colico:
Nel 1845 in Colico una Stazione di cavalli da Posta forniva sei cavalli da tiro e due 'legni coperti', che facevano servizio sulle nuova strada militare fino alle più vicine Stazioni. Con il porto nacque il turismo d'élite, la moda del 'gran tour' in Italia: soggiornarono nel Centro lago Stendhal, Goethe e tanti altri.
Nel 1876 la Navigazione sul lago offriva tre corse quotidiane di andata ritorno fra Colico e Como, tre corse quotidiane di andata e ritorno fra Lecco e Menaggio, Servizio postale fra le stazione del Lario e da Colico con le diligenze verso la Svizzera.
Nel 1885 iniziò la realizzazione della diga e tre anni dopo nel 1888 (7 maggio) il porto venne consegnato allo Stato che curò i lavori del 1891-92 e concesse alla Società Lariana di prolungare il pontile per collegare l’area portuale allo scalo ferroviario (in attesa del completamento ferroviario Lecco – Colico). Nel 1892 il progetto non era ancora totalmente realizzato: ci furono lamentele dei barcaioli e Società Anonima Lariana per pericolosità dell’attuale porto. Nel 1930 la diga progettata nel 1873 era già in disuso.
Passeggeri importanti
Agosto 1838, l’Imperatore Ferdinando, proveniente da Schönbrun e passando da Innsbruck, Bolzano, Stelvio e Bormio, con un seguito di 29 carrozze e 94 cavalli si imbarcò a Colico. Si diresse a Como e da lì a Milano per essere incoronato Imperatore, Re di Lombardia e di Venezia e Re d’Italia il 6 settembre.
Il 27 giugno 1859 sbarcò nel porto di Colico Giuseppe Garibaldi con i suoi cacciatori delle Alpi. Da Colico risalì in Valtellina fino a Bormio. Molti contadini quel giorno abbandonarono il lavoro per applaudire i Volontari.
La pensilina della Navigazione
La pensilina risale ai primi anni del secolo scorso: ce lo rivelano i materiali ferro e vetro emblema dell’industrializzazione, della Belle Époque e dello stile liberty. Completa il nuovo attracco per i battelli a vapore e rende più confortevole l’attesa e l’imbarco dei passeggeri, numerosi. La navigazione a vapore sul Lario inizia nel 1826 con i piroscafi Lario e Plinio, che in cinque ore vanno da Como, o Lecco, a Domaso, e fanno tappa anche a Colico. La via lacuale è ancora preferita ai disagi del viaggiare in carrozza su strada sterrata.
Nel 1866 con 949 corse vengono trasportati 155.860 passeggeri e oltre 3.000 tonnellate di merci. Nel 1874 le concorrenti Società Lariana e Italiana di navigazione si fondono, e con 14 corse giornaliere trasportano in media 285.253 passeggeri l’anno; non solo italiani, ma anche numerosi turisti stranieri attratti sul lago dal clima, dalle bellezze naturali e dalla moda del Gran Tour.
- strada per Sondrio (1808)
- strada per Chiavenna (1820)
- “arditissima strada” Spluga – Milano che collega le città del nord alla valle del Reno (1818 -1822)
- strada per lo Stelvio (1831)
- strada Lecco – Colico (1831)
Verso la fine del secolo XIX si tracciarono le linee ferroviarie:
- Colico – Sondrio (inaugurata 16 giugno 1885)
- Colico – Chiavenna (inaugurata 9 settembre 1886)
- Colico – Lecco (inaugurata 1 agosto 1894)
Politicamente
Venne soppresso il confine con la Valtellina con la sua annessione alla Repubblica Cisalpina (1796) e venne demolito il Forte Fuentes perché le paludi circostanti non più utili militarmente. In questi anni gli Asburgo promuovono la navigazione a vapore e incrementano il commercio nel Lombardo Veneto.
Progettazione e costruzione del porto
Nel 1786, per iniziativa del Castelli, fu sollecitata la bonifica delle paludi a nord del paese, opera che si realizzò solo nel 1828 ad opera di Jaques Roussellin e LuigiSacco.
Nel 1791, su richiesta della comunità colichese, l’ing. camerale Gaetano Bellotti di Como stesee il progetto del primo molo di Colico: un argine in muratura largo e praticabile che si protende come un braccio in acqua per proteggere il naviglio dalle onde, luogo di approdo e di permanenza dei natanti.
Nel 1816 (giugno), con il ritorno degli Austriaci dopo il Congresso di Vienna, il molo arcuato di tramontana diventò attivo e la sua manutenzione venne affidata all’appaltatore Gasparo Abbondio. Nello stesso anno (21 dicembre), costruì il molo rettilineo mentre l’ing. Giussani effettuò il collaudo del porto.
Nel 1823, in considerazione all’incremento del traffico lacuale, l’ing. capo Franchini presentò un progetto di ampliamento del porto in contrasto con il progetto di Ferranti che voleva un’escavazione della riva tra i due moli. Quattro anni dopo nel 1827 (4 agosto), il torrente Perlino danneggiò il porto. Si realizzarono due opere di miglioramento: due cordonate di pietra a contornare la spiaggia e l’idrometro.
Nel 1841, la Società Privilegiata per l’impresa dei battelli a vapore nel Regno del Lombardo-Veneto costruì il primo pontile. In questo modo dalla metà dell’Ottocento, grazie al porto e allo sviluppo della navigazione, Colico diventò un polo importante in un sistema integrato di comunicazione via lago e via terra. Iniziò per Colico un periodo di fiorente commercio e prosperità economica.
Nel 1861, dopo l’Unità d’Italia vennero appaltati i lavori di manutenzione a G. Caminada per 10 anni, ma con la legge 20-3-1865 il nuovo Regno non si accollò più le spese di mantenimento in toto dei porti, ma solo in parte a seconda della categoria e della classe. Il porto di Colico, considerato di 3° classe, potè chiedere contributi nel 60%, ma per ottenerli si dovette costituire un consorzio con Enti territoriali interessati (Comuni di Piantedo, Delebio, Dubino e Mantello). Il comune di Colico subentrò suo malgrado allo Stato nella gestione del porto, con conseguenti oneri.
Nel 1870 si rese necessario ampliare il porto e costruire un nuovo scalo a causa:
- sviluppo navigazione a vapore (544.372 passeggeri nel 1866, quadruplicati rispetto al 1857)
- maggior spazio e profondità richieste da piroscafi a vapore
- aumento traffico dopo apertura di strade e ferrovia
- concorrenza fra compagnie e tendenza a costruire scali privati
Nel 1873 (26 marzo), l’ing. Giulio Bellasi ricevette dal Comune di Colico l’incarico di stendere progetto del nuovo porto. Due anni dopo presentò un progetto per l’ampliamento del porto e per un secondo scalo, necessario quando soffiano i venti trasversali di S. Vincenzo. Alle spese contribuirono le province limitrofe, molti comuni interessati e i terrieri di Colico: il costo ammontò a circa. £. 170.000.
Nel 1875 le Società Riunite iniziarono la costruzione di un nuovo pontile e, tre anni dopo, si edificò il pontile Giussani. Il progetto però venne dilazionato al 1885 a causa della situazione finanziaria del Comune; infatti, degli 11 comuni chiamati a formare il Consorzio e a contribuire alla spesa, concorsero soltanto due (Delebio e Piantedo). Lo Stato contribuì per il 60%, le provincie di Como, Milano e Sondrio per il 20%, i comuni di Colico Delebio e Piantedo per il 20%. Si incominciò così la realizzazione della diga e nel 1888 il porto fu consegnato allo Stato che curò i lavori del 1891-92 e concesse alla Società Lariana di prolunSamsung C 3050Samsung C 3050gare il pontile per collegare l’area portuale allo scalo ferroviario.
Nell’ultimo quarto del XIX secolo il porto di Colico assunse una crescente importanza per il traffico di merci e di passeggeri. Il paese diventò snodo commerciale nazionale e internazionale. Nonostante la nuova strada che costeggia la sponda orientale del Lario, la metà delle merci e dei passeggeri provenienti da Como, Milano e Genova transitava verso Colico su piroscafi e barconi. Il porto significò per Colico:
- un incremento del lavoro per il trasporto su carri trainati da cavalli verso e dalla Valtellina,
- l’inizio del turismo d’Oltralpe con apertura degli alberghi Hotel Risi, Isolabella, Croce d’Oro, Ristorante della Stazione ferroviaria.
Nel 1845 in Colico una Stazione di cavalli da Posta forniva sei cavalli da tiro e due 'legni coperti', che facevano servizio sulle nuova strada militare fino alle più vicine Stazioni. Con il porto nacque il turismo d'élite, la moda del 'gran tour' in Italia: soggiornarono nel Centro lago Stendhal, Goethe e tanti altri.
Nel 1876 la Navigazione sul lago offriva tre corse quotidiane di andata ritorno fra Colico e Como, tre corse quotidiane di andata e ritorno fra Lecco e Menaggio, Servizio postale fra le stazione del Lario e da Colico con le diligenze verso la Svizzera.
Nel 1885 iniziò la realizzazione della diga e tre anni dopo nel 1888 (7 maggio) il porto venne consegnato allo Stato che curò i lavori del 1891-92 e concesse alla Società Lariana di prolungare il pontile per collegare l’area portuale allo scalo ferroviario (in attesa del completamento ferroviario Lecco – Colico). Nel 1892 il progetto non era ancora totalmente realizzato: ci furono lamentele dei barcaioli e Società Anonima Lariana per pericolosità dell’attuale porto. Nel 1930 la diga progettata nel 1873 era già in disuso.
Passeggeri importanti
Agosto 1838, l’Imperatore Ferdinando, proveniente da Schönbrun e passando da Innsbruck, Bolzano, Stelvio e Bormio, con un seguito di 29 carrozze e 94 cavalli si imbarcò a Colico. Si diresse a Como e da lì a Milano per essere incoronato Imperatore, Re di Lombardia e di Venezia e Re d’Italia il 6 settembre.
Il 27 giugno 1859 sbarcò nel porto di Colico Giuseppe Garibaldi con i suoi cacciatori delle Alpi. Da Colico risalì in Valtellina fino a Bormio. Molti contadini quel giorno abbandonarono il lavoro per applaudire i Volontari.
La pensilina della Navigazione
La pensilina risale ai primi anni del secolo scorso: ce lo rivelano i materiali ferro e vetro emblema dell’industrializzazione, della Belle Époque e dello stile liberty. Completa il nuovo attracco per i battelli a vapore e rende più confortevole l’attesa e l’imbarco dei passeggeri, numerosi. La navigazione a vapore sul Lario inizia nel 1826 con i piroscafi Lario e Plinio, che in cinque ore vanno da Como, o Lecco, a Domaso, e fanno tappa anche a Colico. La via lacuale è ancora preferita ai disagi del viaggiare in carrozza su strada sterrata.
Nel 1866 con 949 corse vengono trasportati 155.860 passeggeri e oltre 3.000 tonnellate di merci. Nel 1874 le concorrenti Società Lariana e Italiana di navigazione si fondono, e con 14 corse giornaliere trasportano in media 285.253 passeggeri l’anno; non solo italiani, ma anche numerosi turisti stranieri attratti sul lago dal clima, dalle bellezze naturali e dalla moda del Gran Tour.